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Durante l’emergenza da Covid-19 ogni esigenza di consumo è stata declinata secondo la tecnologia digitale, che da Nice2Have diventa un MustHave. Secondo l’Osservatorio Multicanalità 2020, realizzato da Nielsen in collaborazione con la business School del Politecnico di Milano, prodotti all’insegna della safety e del gusto per la cucina in casa, igienizzanti e mascherine, carrelli della spesa colmi, riscoperta della tv tradizionale, ma picchi delle piattaforme streaming, oltre a maggiore esposizione ai social sono alcuni degli elementi che hanno distinto questo periodo.

Omnicanalità, la chiave interpretativa dello scenario post-Covid

“Due fenomeni opposti, come quello dell’eCommerce e del ritorno al negozio fisico di prossimità, si trovano a convivere lanciando sfide inedite. L’omnicanalità diventa così la chiave interpretativa adeguata dello scenario di mercato post-Covid”, – osserva Stefano Cini, Marketing Analytics Director di Nielsen Connect Italia. Parallelamente siamo entrati in quella che sarà ricordata come #AgeOfQueues, il fenomeno delle “code”, non solo fisiche, ma anche virtuali sui siti delle grandi insegne. Del 47% degli shopper che ha rinunciato almeno una volta alla spesa, il 22% adduce infatti come causa gli eccessivi tempi di attesa, riporta Ansa.

La competizione si è spostata dai metri quadri al livello di servizio

Il 58% di chi ha fatto la spesa online non aveva mai provato questo servizio e l’83% di questi dichiara che continuerà a farla anche nel post-Covid. Ma quello che è cambiato è anche il carrello della spesa, tanto che nel periodo Post-Covid il #RebalancedBasket ha visto i consumatori ridurre la frequenza di spesa del 13%, aumentare lo scontrino medio del 27% e raddoppiare il numero di cose presenti nel carrello. Nei primi mesi della crisi, la competizione si è spostata dai metri quadri al livello di servizio. La crescita dei negozi di vicinato e dell’eCommerce ha di fatto dimostrato che vi è una #ServiceElasticity, ossia che la domanda dei consumatori è più elastica al servizio erogato che non ai prezzi.

Il lockdown spinge la diffusione delle offerte in streaming o Video On Demand

Sempre secondo l’Osservatorio, poi, risalta anche il tempo speso davanti agli schermi televisivi, con un incremento omogeneo in tutti i continenti. In Italia, la tv tradizionale (free to air e pay per view) si dimostra resiliente, ma il lockdown spinge la diffusione delle offerte in streaming o Video On Demand (Netflix, Prime Video, Disney+, Tim Vision, Raiplay, Mediaset Play, Infinity, Dplay, Now Tv). Una tendenza che emerge chiaramente attraverso il volume di commenti sui social network (+140% vs aprile 2019). In molti casi, inoltre, si osserva una impennata nella intensità e numero di utenti unici di categoria già in crescita costante da mesi, come ad esempio nei siti di web conferencing, assicurazioni, e home banking. Un numero rilevante di nuovi utenti digitali con i quali le aziende avranno la possibilità di aprire un canale di comunicazione.