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Viaggiare low cost? Parola d’ordine flessibilità

Molti italiani vorrebbero viaggiare low cost per vedere posti nuovi e mangiare piatti inconsueti, ma rientrando in un budget limitato. Ebbene, viaggiare low cost è possibile, basta pianificare il viaggio in modo preciso e oculato, evitando inutili sprechi di denaro e seguendo alcuni consigli. In primo luogo, occorre essere flessibili sulla meta: se ciò che interessa è visitare un nuovo paese è possibile approfittare di grandi offerte. Le compagne aeree, infatti, offrono ‘a rotazione’ voli economici per mete predestinate, e optando per una di queste si può fare un viaggio anche a metà prezzo. Ma si possono anche utilizzare sconti e offerte online consultabili giornalmente su siti e pagine web dedicate, per risparmiare su voli, hotel, noleggi auto, assicurazioni, trasporti, tour, musei, e parcheggi.

Data e ora flessibili, e bagagli leggeri

Se si sceglie senza obbligo di data e ora precisa, si riescono a trovare viaggi vantaggiosi con la possibilità di trovare anche mete straordinarie.
Inoltre, conviene viaggiare leggeri. Non è solo più comodo, ma è anche decisamente più economico. Viaggiare solo con il bagaglio a meno, ad esempio, permette di non pagare la tariffa del trasporto del bagaglio a bordo. Attenzione però, perché ogni compagnia aerea ha le sue regole specifiche sui bagagli, quindi è bene fare attenzione alle dimensioni massime dei bagagli da portare a bordo.
Altro consiglio, informarsi su cosa mette a disposizione l’hotel dove si alloggia, per evitare di portare eventuali oggetti voluminosi, e a volte inutili, come accappatoio o asciugamani.

Valutare pullman e treni. E scegliere la meta Italia

Un altro motivo di spese futili sono i servizi accessori sugli aerei. Non solo per snack e bibite vendute a bordo, ma anche per imbarco prioritario, posti o servizi particolari. Se si è alla ricerca di prezzi convenienti si possono poi valutare anche opportunità alternative negli spostamenti, come pullman organizzati o i treni, che spesso permettono di viaggiare rapidamente.
E sicuramente viaggiare in Italia è più economico che andare all’estero. Ovviamente, in questo caso, si risparmia soprattutto sul viaggio, ma ancora di più se a questo si abbina la scelta del tipo di struttura dove alloggiare.

Meglio il B&B, meglio ancora se last minute

A chi non piace andare in hotel di lusso? Ovviamente tutti amano le comodità, ma si trovano anche B&B che non hanno nulla da invidiare a un albergo stellato, e permettono di risparmiare non pochi soldi. Un consiglio per chi viaggia molto è poi quello di ‘accumulare miglia’, che può garantire sconti che non tutti conoscono. Se invece il desiderio è quello di viaggiare risparmiando a ogni costo, il consiglio migliore è sicuramente quello di viaggiare con le offerte last minute. Spesso prima di partire qualcun è costretto a disdire un volo. A quel punto si generano posti per mete casuali che si possono ‘acchiappare’ poco prima della partenza, e a prezzi davvero stracciati. Perché non approfittarne?

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Cerchi lavoro? Attenzione ai tuoi profili social

I recruiter sono sempre più attenti non solo alle competenze indicate sul curriculum vitae, ma anche alla reputazione on line dei candidati. Occhio, quindi, a non fare passi falsi – e potenzialmente dannosissimi – sulle piattaforme social. D’altronde assumere un nuovo dipendente non è mai una decisione da prendere alla leggera, sia per le piccole imprese sia per le grandi. Ecco perché i recruiter effettuano un’analisi dettagliata dei candidati, controllando non solo i curriculum e i colloqui conoscitivi, ma anche le referenze online di ogni candidato.

I rischi di un’assunzione sbagliata

Per questo chi non vuole affrontare costi elevati per la formazione di un nuovo dipendente, o peggio ancora, perdite di produttività o danni all’immagine a causa di un’assunzione sbagliata, si affida ai cacciatori di teste, per assicurarsi di trovare il collaboratore perfetto per la propria azienda. Per questo i recruiter controllano quanto più attentamente possibile i candidati per ogni posizione aperta.

Il controllo della reputazione online dei candidati

Le classiche analisi si effettuano a livello di curriculum vitae e colloqui conoscitivi, a cui si aggiungono il controllo delle referenze dei candidati, e le ricerche online sulle persone che vengono effettivamente prese in considerazione per l’assunzione. Secondo le ultime indagini, a compiere questo ulteriore passo sono circa 8 recruiter su 10, che vanno a controllare la digital reputation dei candidati online, dai motori di ricerca ai social network. E qui le informazioni trovate possono sia favorire, sia allontanare, come accade sempre più spesso, la possibilità di essere assunti.

Cosa fare nel momento in cui ci si mette alla ricerca di un nuovo lavoro?

“Chi si mette alla ricerca di una nuova occupazione deve prepararsi da molti punti di vista: penso per esempio all’aggiornamento del curriculum vitae, a dei corsi di formazione mirati per colmare eventuali lacune, nonché all’allenamento mirato per affrontare al meglio i colloqui di lavoro” spiega Carola Adami, fondatrice di Adami & Associati, società specializzata nella selezione di personale qualificato e nello sviluppo di carriera. “Ma non è tutto qui: sapendo che i recruiter controlleranno molto probabilmente la digital reputation dei candidati, è ormai fondamentale curare anche questo aspetto, per avere la certezza che delle informazioni online non possano compromettere un’assunzione. Diventa dunque importante mettersi nei panni del recruiter, per controllare qual è l’effettivo stato della propria reputazione online”. Nel dubbio, quindi, eliminare tutte le informazioni, i commenti e le foto on line che potrebbero non piacere a un selezionatore.

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Bollette: cosa cambierà nel 2023?

Nel 2022 gli italiani hanno dovuto fronteggiare spese inaspettate ed eccessive per luce e gas, e molti si chiedono se il caro bollette nel 2023 è destinato a perdurare o a migliorare. Con l’inizio del nuovo anno infatti si spera nella stabilizzazione delle tariffe e in un calo dei prezzi. In caso contrario, per molte famiglie italiane la situazione potrebbe diventare davvero drammatica.

Cosa aspettarsi quindi nei prossimi mesi per quanto riguarda i costi di luce e gas?

Purtroppo, per gli italiani che hanno ancora un contratto in regime di maggior tutela non ci sono buone notizie. Secondo quanto comunicato dall’ARERA, infatti, è previsto un aumento di circa il 23% sul prezzo del gas. 

Luce in calo del 19% nel primo trimestre dell’anno

Una notizia che proprio non ci voleva, soprattutto a gennaio, dato che per molte famiglie italiane rinunciare al riscaldamento non è possibile. Notizie sicuramente più confortanti arrivano invece sul versante dell’energia elettrica. L’ARERA ha infatti comunicato che durante il primo trimestre del 2023 si dovrebbe assistere a un calo significativo dei prezzi della luce in bolletta, che dovrebbe superare il 19%. Anche in questo caso, si tratta delle tariffe applicate ai clienti che hanno ancora attivo un contratto nel regime di maggior tutela.  Discorso completamente diverso per coloro che hanno scelto di passare al libero mercato, che possono contare su prezzi nettamente più vantaggiosi.

Bollette più leggere per tutti i clienti del mercato libero

Gli italiani passati al mercato libero potranno contare su bollette nettamente più leggere nei prossimi mesi. I fornitori stanno già iniziando a proporre offerte luce e gas più convenienti, e possono permettersi di farlo, perché il costo della materia prima di fatto è calato drasticamente. Questa è senza dubbio un’ottima notizia, anche perché chiunque ha la facoltà di cambiare fornitore o passare a un’offerta del mercato libero in ogni momento. Le opportunità per risparmiare iniziano quindi a essere sempre più evidenti e dopo i mesi bui del 2022 lasciano finalmente intravedere qualche spiraglio di sereno.

Trovare un fornitore in grado di proporre offerte effettivamente vantaggiose

Le offerte più vantaggiose del mercato libero sembrano essere quelle a prezzo indicizzato. Vale dunque la pena scegliere queste per ottenere il massimo del risparmio, e non trovarsi a sostenere bollette salatissime anche durante l’anno appena iniziato. Insomma, si può dunque affermare che la situazione nel 2023 dovrebbe rivelarsi decisamente meno preoccupante rispetto a quella del 2022. È tuttavia importante compiere le scelte giuste, e trovare un fornitore in grado di proporre offerte effettivamente vantaggiose, rigorosamente nel mercato libero e non nel regime di maggior tutela.

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Niente sprechi in cucina? Ecco come fare

L’attenzione alla sostenibilità a tutto campo si può esprimere anche fra le mura di casa, come punta a ricordare la giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari che cade ogni anno il 29 settembre. Per l’occasione, Uber Eats ha messo a punto una sorta di prontuario realizzato in collaborazione con Fabio Iraldo, professore ordinario di Management presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Si tratta di consigli facili, che ciascuno di noi può adottare per rendere la propria vita, e la propria cucina, più ecofriendly e a minor impatto ambientale.  Anche i piccoli gesti fanno la differenza: le nostre abitudini alimentari incidono profondamente sulla qualità dell’ecosistema in cui viviamo, tanto che la produzione e il consumo di cibo è responsabile di oltre il 35% degli impatti ambientali complessivi.

Due miliardi di tonnellate di cibo sprecate ogni anno

“Di tutto il cibo prodotto nel mondo quasi la metà viene sprecata, circa 2 miliardi di tonnellate ogni anno. Sebbene lo spreco avvenga lungo tutta la catena alimentare, si stima che gli sperperi di noi consumatori ammontino a ben un terzo di tutte le pietanze preparate e servite sulle nostre tavole” ha detto Iraldo. “Alla luce di queste considerazioni, si può constatare quindi che le persone dovrebbero essere educate e sensibilizzate sulla necessità di adottare una “dieta sostenibile” e incentivate a ridurre al massimo gli sprechi”.

Cinque consigli facili

Il primo consiglio, divenuto ormai famoso, è quello di spegnere i fornelli una volta avvita la cottura di un piatto e proseguire  con la cottura passiva, sfruttando la dissipazione graduale che consente di continuare a cuocere senza sprecare energia.
Il secondo è di preferire le verdure completamente edibili, quelle cioè di cui non si scarta nulla: l’’impronta ambientale di quelle dove solo il frutto è commestibile è infatti molto più alta.
Terza dritta, utilizzare i condimenti – come sale, zucchero e olio – con la massima attenzione (e parsimonia) in virtù dell’impatto non irrilevante delle loro filiere.
Quarta indicazione: per alcuni cibi, come ad esempio la pasta, il consumo idrico della fase di cottura rappresenta un impatto sull’ambiente decisamente impattante. Quando l’acqua di cottura esaurisce la propria funzione, invece di gettarla, si potrebbe riutilizzare per la preparazione di altri piatti. Lo stesso vale per l’acqua utilizzata per cuocere le verdure.
Infine, è opportuno fare attenzione anche al packaging: optare per prodotti alimentari che hanno un packaging più “leggero”, oppure in materiali innovativi (es. biodegradabile) oppure ancora composto di materiali riciclati, può contribuire a evitare lo spreco di materia.

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Mutui: cosa e come scegliere oggi?

Non esiste il mutuo ideale, ma il mutuo migliore per ognuno, calibrato sulla base della personalità e della disponibilità economica. Prima di accendere un mutuo sono tanti gli aspetti da valutare. In linea di massima, il rapporto tra rata del mutuo e reddito mensile non deve essere superiore al 30%, limite oltre il quale si ritiene che il pagamento non sarebbe sostenibile. Ma è meglio non limare l’importo all’indispensabile, perché il mutuo è il finanziamento meno costoso di tutti, nonché l’unico fiscalmente detraibile. Può essere vantaggioso sfruttarlo il più possibile, soprattutto in anni in cui i tassi di interesse applicati sono molto convenienti.

La durata ideale

Bisogna considerare che i costi di un mutuo crescono all’aumentare dell’LTV (Loan To Value, il rapporto tra importo del finanziamento e valore dell’immobile posto a garanzia). Se possibile, meglio evitare le soglie percentuali che comportano una spesa maggiore, quando non indispensabile. Ad esempio, chiedere un mutuo al 100%, cioè che copra l’intero valore dell’abitazione, è possibile, ma avrà un costo superiore. C’è però chi preferisce rimborsare il debito nel più breve tempo possibile, risparmiando sugli interessi, e chi privilegia una durata maggiore, in modo che la rata più bassa incida il meno possibile sulla qualità della vita. Prima di accendere un mutuo bisogna valutare però se si hanno i requisiti necessari. Alcuni sono di tipo legale, poi ci sono i requisiti di tipo economico, che la banca esamina in fase di istruttoria per accertare la capacità di rimborso del mutuatario.

Tasso: fisso o variabile?

Di fronte alla richiesta di mutuo la scelta fondamentale è tasso di interesse: fisso o variabile? Il primo prevede una rata costante per tutta la durata del piano di rimborso, il secondo comporta una rata variabile in base all’andamento dei mercati finanziari, ed è quindi più rischioso. A seconda del costo del denaro, la rata aumenta oppure diminuisce. Il tasso di interesse nasce dalla somma di due componenti: il tasso interbancario di riferimento (Irs per il fisso, Euribor per il variabile), ovvero il tasso a cui le banche stanno pagando il denaro in quel momento, e lo spread. Quest’ultimo rappresenta la percentuale che ogni banca decide di aggiungere al costo del denaro come proprio ricavo. Più è basso, più bassi sono gli interessi da pagare.

Quanto costa un mutuo?

Oltre agli interessi da pagare, riporta Adnkronos, ci sono altri costi che accompagnano un’operazione come il mutuo, dall’apertura alla gestione ordinaria. Tra questi, spese di istruttoria, perizia, atto notarile, polizze e imposte, per citare le principali. Cifre che vanno ovviamente considerate, quando bisogna valutare il costo di un finanziamento per l’abitazione. Per questo c’è il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale, detto anche ISC – Indicatore Sintetico di Costo), ovvero il parametro che indica il costo globale del mutuo, incluse tutte le spese accessorie. Il modo più immediato per confrontare le diverse offerte di mutuo, perché riassume in una sola cifra tutte le voci di costo.

Quali autorizzazioni servono per avviare un salone da parrucchiere?

Certamente il settore bellezza ed estetica oggi è tra quelli in grado di garantire la sicurezza di un ritorno economico per gli imprenditori.

Nessuno infatti può fare a meno di un parrucchiere o barbiere per tagliare e sistemare i capelli nel corso dell’anno. Inoltre tantissime persone oggi sono abituate ad usufruire periodicamente di servizi di bellezza come quelli proposti nei centri estetici, o che possono riguardare semplicemente la cura delle mani e dei piedi, sia per quel che riguarda le unghie che per altro.

Dunque parliamo di un settore in cui la clientela è garantita, a patto chiaramente di essere bravi nel riuscire a fidelizzare il cliente e fare in modo che torni più volte anche in futuro. Una delle domande che ci si pone tra le prime in assoluto quando si desidera avviare questo tipo di attività è quella inerente le eventuali autorizzazioni necessarie per poter avviare un salone da parrucchiere.

I dubbi riguardano infatti sicuramente l’iter burocratico ma anche la parte economica che concerne l’investimento necessario e tutte quelle piccole cose che possono essere utili per fare la differenza.

Avviare un salone da parrucchiere: l’iter burocratico

Per avviare un salone da parrucchiere è necessario seguire il seguente iter burocratico, in ordine cronologico:

Aprire la partita IVA

Iscriversi presso il registro delle imprese della Camera di Commercio

Comunicare al comune di residenza l’avvio dell’attività

Regolarizzare la propria posizione con l’Inps e l’INAIL

Effettuare eventuali lavori di ristrutturazione nei locali

Mettere a norma gli impianti elettrici e idrici

Ottenere il nulla osta della ASL di competenza per quel che riguarda igiene e sicurezza

Pagare il canone RAI se nei locali esiste una TV

Va ricordato inoltre che l’imprenditore che avvia questa attività deve necessariamente essere in possesso della licenza e del titolo di studio che consente di poter operare in qualità di parrucchiere, così come tutti i suoi collaboratori.

I costi da considerare

Chiaramente una delle voci più importanti, quella che può far eventualmente desistere dall’idea di avviare un salone da parrucchiere, è quella relativa ai costi da sostenere.

Questi possono anche essere non indifferenti ed è giusto per questo motivo esaminarli uno per uno in anticipo. Cominciamo con il dire che l’affitto dei locali è la prima voce di spesa da considerare. L’importo chiaramente è variabile in base alle dimensioni dei locali prescelti e della zona in cui ci si trova.

Vanno considerati poi i costi relativi ad eventuali ristrutturazioni dei locali o messa a norma degli impianti idrici ed elettrici. Certamente bisogna pensare poi a tutto quel che riguarda gli arredi e le forniture per parrucchieri.

Nel caso in cui si pensa di assumere sin dall’inizio del personale, vanno considerati in questo caso anche gli stipendi ed i relativi contributi pensionistici da versare. In linea di massima, possiamo dire che avviare un salone da parrucchiere costa all’incirca tra i 30000€ ed i 50000€.

Questi dunque i costi da considerare se si desidera avviare una attività di salone da parrucchiere.

In seconda analisi, dunque in un momento successivo, potrebbe presentarsi anche la necessità di aprire un sito internet, il cui costo può oscillare tra le 500€ e le 1000€, oppure fare inizialmente un po’ di attività di volantinaggio per far scoprire a tutti la propria attività nel quartiere.

Conclusione

Se stai pensando dunque di diventare un imprenditore ed operare nel settore estetica e bellezza avviando un salone da parrucchiere, adesso sai che l’iter burocratico da seguire per l’avvio della tua nuova attività è quello qui presentato.

Inoltre, hai adesso a disposizione uno specchietto dei costi molto affidabile che puoi considerare quando formulerai il tuo business plan.

Vantaggi e svantaggi dell’ aria compressa

L’aria compressa è oggi particolarmente adoperata nell’industria e nel settore dei cantieri in generale, inclusi quelli stradali. Sono tantissimi infatti i macchinari e gli strumenti pneumatici che sfruttano la potenza dell’aria compressa per lavorare, molti dei quali sono molto comuni e a tutti noti. Adoperare l’aria compressa comporta inoltre determinati vantaggi e anche alcuni tipi di svantaggi, e queste differenze fanno comunque sì che l’aria compressa sia da preferire all’energia elettrica e al lavoro dell’acqua.

Questo è il motivo per il quale sono sempre più numerose le realtà che adottano l’aria compressa all’interno di cantieri e industrie per velocizzare il lavoro e renderlo più preciso. Vediamo allora in dettaglio quelli che sono i vantaggi e gli svantaggi dell’aria compressa, così da riuscire ad avere un quadro più completo.

I vantaggi dell’utilizzare l’aria compressa

Economica: l’aria compressa è disponibile in quantità illimitata in quanto è sufficiente semplicemente prelevarla dall’atmosfera e lavorarla per poterla utilizzare, dunque non ha un costo. Questo è probabilmente uno dei vantaggi più importanti in assoluto.

Sicura: dato che l’aria compressa non ha alcuna capacità di esplosiva, a differenza dei gas, possiamo affermare che il rischio di incidenti è davvero basso.

Abbondanza: l’aria è disponibile in quantità pressoché illimitate sulla terra e dunque si tratta di una sostanza che non scarseggia affatto, e che tutti possiamo reperire senza sforzo.

Ecologica: l’aria compressa non inquina e dopo l’utilizzo essa viene restituita direttamente all’ambiente senza che avvenga alcun tipo di contaminazione.

Rapidità: è possibile ottenere aria compressa rapidamente ogni volta che serve, semplicemente azionando il compressore.

Possiamo inoltre aggiungere che, a differenza di altri strumenti adoperati ad esempio in idraulica, l’aria compressa non ha bisogno di alcun tipo di ritorno verso il generatore ma viene direttamente restituita all’ambiente.

I moderni compressori industriali sono inoltre facili da montare e non richiedono particolare manutenzione. Sono anche facili da trasportare e la loro installazione è semplice e veloce, non richiede molto tempo.

Gli svantaggi dell’utilizzare l’aria compressa

Umidità: nella fase in cui l’aria esce dal compressore può avere una temperatura piuttosto elevata che può causare il raffreddamento e la seguente formazione di condensa nel momento in cui va ad attraversare la linea distribuzione.

Ciò può causare dunque la presenza di acqua all’interno dei macchinari o del prodotto finito, e questo tipo di inconveniente è uno dei più comuni quando si adopera l’aria compressa ma che può essere risolto adottando degli specifici filtri per l’umidità.

Rumore: Il compressore è in grado di produrre un discreto rumore, per cui si fa bene a posizionarlo in un luogo che comunque sia lontano da quello in cui avviene la produzione. In alcuni casi è consigliabile l’utilizzo di silenziatori per ridurre drasticamente le emissioni rumorose, in altri è sufficiente fornire ai dipendenti delle semplici cuffie antirumore.

Conclusione

A fronte di pochi svantaggi dunque, i vantaggi dell’utilizzare l’aria compressa nell’industria o nei cantieri di lavoro sono davvero tanti e tutti importanti. Vale dunque certamente la pena fare questo tipo di investimento se non lo si è ancora fatto dato che è in grado di accelerare notevolmente il lavoro quotidiano, migliorando al tempo stesso la precisione e dunque la qualità del prodotto finale.

Ricordiamo infine che i moderni compressori industriali non necessitano di grande manutenzione, per cui è possibile considerare anche questo tipo di risparmio nel calcolo dell’ammortamento dei costi. Tali macchinari sono anche in grado di garantire un ottimo risparmio energetico, il che da un lato è un’ottima notizia per chiunque ne faccia utilizzo, dall’altro è un modo veramente valido di prendersi cura della natura e dell’ambiente che ci circonda.

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Come non perdere il bonus per l’acquisto della prima casa

Il bonus prima casa è un’agevolazione fiscale che consente di usufruire di uno sconto sulle tasse al momento dell’acquisto dell’abitazione principale. Grazie al bonus chi acquista da un privato versa l’imposta di registro al 2% anziché al 9%, e le imposte ipotecaria e catastale, anziché in misura proporzionale, sono pari a 50 euro ciascuna. Chi invece acquista da una ditta di costruzioni versa l’Iva al 4% anziché al 10%, e le imposte ipotecaria, catastale e di registro, anziché in misura proporzionale, sono pari a 200 euro ciascuna.  Laleggepertutti.it ricorda quindi che è importante stare attenti a non perdere queste agevolazioni per evitare di pagare le sanzioni all’Agenzia delle Entrate.

Trasferire la residenza

Per non perdere il bonus prima casa bisogna trasferire entro 18 mesi la propria residenza nel Comune ove si trova il nuovo acquisto. Quindi, è possibile fissare la residenza in un altro immobile (anche se preso in affitto). Ciò potrebbe essere necessario per non perdere il bonus, se quello acquistato non è stato ultimato, se la ristrutturazione tira per le lunghe o se l’inquilino a cui era stato dato in locazione l’abitazione non se ne vuole andare. La Cassazione ritiene che l’omesso trasferimento della residenza può essere poi giustificato se dovuto a forza maggiore, ovvero, di una causa imprevedibile. Come l’occupazione abusiva dell’abitazione da parte di un terzo e qualsiasi altro fatto sopravvenuto, imprevedibile e non imputabile al contribuente.

La precedente abitazione

Per non decadere dall’agevolazione fiscale è poi necessario cedere la proprietà dell’immobile, ovunque situato, per il quale si era in precedenza usufruito del bonus prima casa. Ciò deve avvenire entro 1 anno dal rogito. Chi non riesce a venderlo però potrebbe anche donarlo al figlio o, in caso di coppia in separazione dei beni, al coniuge. Inoltre, in due casi è possibile acquistare una seconda casa senza bisogno di vendere la prima. Il primo caso avviene quando l’abitazione precedentemente posseduta sia divenuta inidonea all’uso, come nel caso di un immobile pericolante a causa di un sisma o troppo stretto per le mutate esigenze della famiglia, magari per l’arrivo dei figli. Il secondo caso si verifica quando la precedente abitazione è stata acquistata prima del 1993 da una ditta costruttrice.

La rivendita

Se si vende l’abitazione prima di 5 anni si perde il bonus prima casa, a meno che entro un anno se ne compri un’altra da adibire ad abitazione principale. È anche sufficiente che nei cinque anni si riceva un’altra abitazione a titolo di donazione o di successione ereditaria. Insomma, le agevolazioni sulla prima casa non vanno revocate se entro i 5 anni dal suo acquisto viene venduta e si riceve in donazione o in eredità un immobile da adibire a prima abitazione. Inoltre, chi acquista una casa con l’agevolazione fiscale e la regala prima di 5 anni non perde il bonus anche se non riacquista un nuovo immobile entro l’anno successivo.

Cosa sono le lampade artistiche?

L’illuminazione di casa è notoriamente un fattore fondamentale per chiunque abbia un minimo di conoscenza di interior design. Buona parte dell’atmosfera che andiamo a creare dipende proprio dal tipo di illuminazione che andiamo a scegliere per la nostra casa. Per questo motivo facciamo bene ad optare per delle lampade che possano offrire non semplicemente eleganza e stile, ma anche capacità di dare vita ad un ambiente unico e particolare.

Cosa le rende differenti dalle lampade tradizionali?

Ciò che caratterizza e differenzia le lampade artistiche da quelle tradizionali è proprio il loro design esclusivo che le rende molto simili ad un’opera d’arte. Si tratta a tutti gli effetti di creazioni che riflettono la fantasia e lo stato d’animo dell’artigiano che le realizza, e che sono in grado con la propria presenza di creare delle illusioni nello spazio in cui vengono collocate. Il più delle volte si tratta di pezzi unici che sono in grado di offrire un tocco particolarmente esclusivo ad ogni ambiente di casa.

Si tratta dunque di prodotti che sono in grado di offrire allo spazio intorno a loro un tocco unico e fatto di assoluta eleganza. Dunque non parliamo di lampade la cui unica funzione è quella di fornire della luce ma al contrario hanno un design fantastico e un’aria artistica che li rende delle lampade veramente perfette per essere integrate all’interno degli ambienti di casa cui teniamo di più.

Quello delle lampade di lusso è in effetti un mercato che sta vivendo un vero e proprio boom, considerando che tantissime persone sembrano aver riscoperto il piacere di arredare casa con gusto e ricercatezza. Le lampade artistiche sono perfettamente in grado di rispondere a questa esigenza coniugando ad una funzione prettamente pratica (quella di fornire luce) anche degli interessanti risvolti dal punto di vista del design.

Codici Sconto Shein: cosa sono e come risparmiare

Pochi conoscono i Codici Sconto Shein da applicare durante l’acquisto sul sito di Shein e che puoi trovare anche sul sito di Sconti e Buoni. Ottenere un significativo risparmio è sempre possibile e basta applicare il codice pubblicato al carrello per vedersi ridurre il prezzo finale dell’acquisto o ottenere un bonus.

Come si usano i Codici Sconto Shein?

Siamo sicuri che a questo punto ti chiederai come fare per risparmiare con il codice sconto Shein e ottenere un prezzo ancora più vantaggioso per i tuoi acquisti low cost. Semplice, bastano pochi click per accedere ad offerte esclusive direttamente dal sito Sconti e Buoni, venendo reindirizzato alla pagina con i prodotti in saldo o scoprendo il codice da copiare e incollare sul sito del portale di abbigliamento e accessori.

Non ti resta che fare shopping in modo più conveniente, da sola o in compagnia, con un intero negozio a disposizione raggiungibile direttamente dal soggiorno di casa tua. Ricorda: i codici sconto Shein hanno un valore limitato nel tempo e sul sito Sconti e Buoni ne trovi sempre di nuovi e aggiornati per i tuoi acquisti online.

Shein: una vasta offerta di prodotti

Prima conosciuto come Sheinside, questo grande ecommerce ha visto la luce nel 2008 e da allora conquista donne e ragazze appassionate di moda e soprattutto ben disposte nei confronti dello shopping online. I saldi Shein, ad esempio, sono l’occasione ideale per rifarsi il guardaroba e acquistare i must have di stagione o fare un regalo fashion a chi si ama. Il sito funziona in modo semplice e intuitivo e abbigliamento e accessori sono suddivisi in categorie, per trovare facilmente quello che si sta cercando.

Dal maglione al minidress, dal jeans alla moda mare senza dimenticare scarpe e borse: tutti i prodotti Shein si caratterizzano per uno stile unico e sorprendente. Non solo: i codici sconto Shein comprendono anche accessori per il make up, la cura del corpo e dei capelli. Per ogni prodotto puoi contare su un apposito coupon sconto Shein, rendendo i momenti di shopping ancora più piacevoli.

Ricorda: fare shopping sul web con Shein è semplice e sicuro. Non devi preoccuparti di nulla e grazie al comune metro da sarta e alle guide disponibili sul web anche la scelta delle taglie sarà davvero semplice. Non puoi sbagliare… e se accade il reso è gratuito entro 30 giorni dall’acquisto. A questo punto non ti resta che accomodarti sul divano e trovare il codice sconto Shein più adatto a te!