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La quarantena imposta dall’emergenza Coronavirus fa volare le consegne a domicilio. Gli acquisti spingono le vendite “sotto casa”, con un aumento per la media distribuzione e i negozi di alimentari di circa il 50%, e picchi di crescita fino al 100-120% per gli alimentari dei piccoli comuni più isolati. Insomma, l’Italia riscopre i camioncini con le sporte della spesa pronti a fermarsi ai portoni per consegnare provviste alimentari ordinate online o via whatsapp, sempre più utilizzati per rimanere in contatto con i fornitori. E poiché i mercati sono chiusi per il contenimento del contagio, cooperative sociali e aziende agricole propongono consegne porta a porta per chi non vuole rinunciare alla spesa ordinata direttamente “dal contadino”.

Un modo per sostenere contadini e allevatori

Le reti già esistenti, come Kalulu, l’Alveare, così come altri gruppi con siti online che mettono in contatto diretto produttori e consumatori, sono pronti a consegnare la spesa a domicilio. Sono modi per sostenere le economie virtuose che animano e custodiscono i nostri territori perché contadini e allevatori non si fermano. Inoltre, se dalla crisi la Grande Distribuzione ne uscirà rafforzata le realtà più piccole ne usciranno penalizzate. E attivarsi per non interrompere il rapporto con loro è un’opzione da valutare con responsabilità.

Non ci sono problemi di approvvigionamento delle merci

Quanto al timore di trovare negozi e supermercati vuoti, non c’è da preoccuparsi. “Il ritmo delle vendite continua a essere altissimo, ma non ci sono problemi di approvvigionamento delle merci – afferma la presidente di Fida Confcommercio, Donatella Prampolini -. Se c’è qualche ritardo è fisiologico, perché magari può capitare che ci sia personale ridotto nei magazzini per turni o malattie, e quindi di conseguenza questo provoca ritardo negli arrivi delle merci sugli scaffali”.

Rassicurazioni sugli approvvigionamenti arrivano anche dalla Grande Distribuzione, dove dopo il boom delle scorse settimane, le vendite si vanno normalizzando. Nell’ultimo weekend hanno registrato una piccola flessione, probabilmente per riassorbire tutte le scorte fatte in precedenza, riporta Ansa.

Gli addetti del commercio chiedono protezione

“Ora il trend è verso la normalizzazione – commenta Claudio Gradara, presidente di Federdistribuzione – fatto salvo il fatto che sono venuti meno i consumi fuori casa e che quindi quelli domestici aumenteranno un po’, ma senza nessun eccessivo stress da domanda”.

I timori per la sicurezza degli addetti continuano però ad accomunare il mondo del commercio. Dai negozi, grandi e piccoli, ai supermercati fino alle maxi piattaforme dell’online gli addetti chiedono protezione. E se negli stabilimenti italiani di Amazon si registra un vero e proprio stato di agitazione, aumentano i punti vendita che decidono per la chiusura domenicale per consentire una pausa ai propri dipendenti