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Negli ultimi 12 mesi sono stati pubblicati oltre 50mila fact check sulla Ricerca Google, visualizzati circa 2,4 miliardi di volte in totale. Tra fake news e disinformazione sul coronavirus, ma non solo, l’ultimo anno è stato decisamente impegnativo per i fact-checker, coloro che si accertano della veridicità di un fatto verificando notizie e informazioni relative a quel fatto.  Per questo il 2 aprile, la Giornata internazionale del Fact Checking, Google ha pubblicato un blogpost con cinque consigli per supportare le persone nel riconoscere le fake news. Primo fra tutti, quello di fare una ricerca sulla fonte. A chi non è mai capitato di imbattersi in una storia sorprendente su un sito di cui non si ha mai sentito parlare? In questo caso, Google suggerisce innanzitutto di controllare se la fonte, ovvero il sito stesso, ha effettuato le dovute verifiche.

Verificare che un’immagine sia affidabile

Controllare quindi come il sito si presenta nella sezione Chi siamo, o About, ma cercare anche ulteriori informazioni altrove. Oppure, cercare il punto di vista di altre persone o organizzazioni su quella fonte, chiedendo a Google di non mostrare i risultati provenienti da quel sito. Per quanto riguarda le immagini, queste possono essere anche utilizzate fuori contesto, o potrebbero essere state modificate. Ma è possibile effettuare una ricerca sulle immagini facendo clic con il pulsante destro su una foto e selezionando Cerca questa immagine su Google. In questo modo si potrà verificare se l’immagine sia già apparsa online in precedenza, e in quale contesto, e sarà possibile capire se ci sia stata qualche modifica per alterarne il significato originale.

Fare un controllo incrociato o affidarsi al Fact Check Explorer

Perché limitarsi a una sola fonte quando ce ne sono molte a disposizione? Controllare quindi se (e come) diverse testate giornalistiche hanno parlato dello stesso evento, così da potere farsi un’idea più completa. Passare quindi alla modalità Notizie della Ricerca Google, oppure cercare un argomento su news.google.com. I fact-checker potrebbero già aver preso in esame la strana storia inviata, ad esempio, da un amico nella chat, quindi si può provare a cercare l’argomento sul Fact Check Explorer, che raccoglie più di 100mila notizie verificate da editori autorevoli di tutto il mondo. E se la storia che si sta leggendo contiene immagini su un luogo, ricordarsi di cercarlo su Google Earth, oppure con Street View su Google Maps.

Riconoscere la disinformazione online

“Oltre ad aiutare le persone a riconoscere casi di disinformazione online, il nostro impegno – spiega Google – ha l’obiettivo di sostenere l’ecosistema dei fact-checker. Proprio qualche giorno fa, abbiamo finanziato con 3 milioni di dollari il lavoro dei giornalisti impegnati nel fact-checking relativo al processo di immunizzazione al Covid-19, in particolare con progetti che si rivolgono a persone normalmente non esposte alle pratiche di fact-checking. Inoltre, Google.org ha finanziato la nonprofit Full Fact attraverso un grant e il sostegno da parte di sette ingegneri, per aumentare il numero di verifiche sulle segnalazioni ricevute”.