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Gli attacchi ransomware sono sempre più frequenti e mirati, rivela il più recente rapporto di Kaspersky riferito a questo fenomeno. Tanto che, tra il 2019 e il 2020, il numero di utenti che ha subito un attacco di ransomware mirato è aumentato del 767%.  I ransomware mirati, che aumentano di numero, sono dei malware utilizzati per estorcere denaro a obiettivi di alto profilo, come aziende, agenzie governative ed enti pubblici. Cala invece del 29% il numero di chi è stato attaccato da un ransomware generico. Per fare un po’ di chiarezza, gli attacchi ransomware consistono nel furto di informazioni personali che vengono criptate e utilizzate per richiedere un riscatto.

Una minaccia in azione da oltre 10 anni

Come riporta una nota di Kaspersky, la prima volta in cui si è parlato di questa minaccia è stato nel 2010 a seguito di due note campagne ransomware che hanno avuto effetti su larga scala, WannaCry e Cryptolocker, che hanno preso di mira decine di migliaia di utenti chiedendo, spesso, somme di denaro esigue in cambio della restituzione dei file. Nel corso degli anni, queste campagne sono diminuite. Infatti, dal 2019 al 2020, il numero totale di utenti che hanno incontrato un ransomware generico su diverse piattaforme è diminuito del 29%, da 1.537.465 a 1.091.454.

Nel nostro Paese i numeri sono in salita

In Italia, invece, la percentuale di utenti che ha incontrato un ransomware generico è passata dal 2,01% nel 2019 al 2,43% del 2020. Nel nostro Paese sono aumentati soprattutto quelli mirati, rivolti a obiettivi di alto profilo, come aziende, agenzie governative, enti comunali e organizzazioni sanitarie, con l’obiettivo di estorcere loro del denaro. Questo genere di attacchi comporta un’elevata sofisticazione (compromissione della rete, ricognizione e meccanismi di persistenza, o movimento laterale) e somme di denaro più alte per il riscatto. Secondo le statistiche, i dieci Paesi più colpiti da ransomware mirati sono stati Cina, Federazione Russa, Sud Africa, Vietnam, Stati Uniti d’America, Germania, India, Brasile, Francia e Italia.

L’Italia colpita anche via mobile

Le brutte notizie, però, non sono finite: l’Italia sarebbe anche ai primi posti dei Paesi più coinvolti dagli attacchi ransomware generici per mobile: nel 2019 si è posizionata al quinto posto, con il 2,19% di utenti italiani che avevano incontrato questa minaccia, e al sesto posto nel 2020 con l’1,41%. A livello di ransomware, ormai diffusissimi, c’è una “famiglia” particolarmente longeva: si tratta di WannaCry, un trojan ransomware apparso per la prima volta nel 2017 e che ha causato la perdita di circa 4 miliardi di dollari in 150 Paesi. Circa il 16% di chi ha subito un attacco nel 2020 è stato colpito proprio da WannaCry. In ogni caso, il consiglio è sempre uno: proteggere (e aggiornare) tutti i propri dispositivi.