I più importanti dispositivi di protezione individuale ad alta quota

Quella del lavoro ad alta quota è notoriamente una delle attività più pericolose che si possano effettuare in un cantiere, considerando che maggiore è l’altezza dalla quale si verifica una eventuale caduta, maggiori sono le probabilità di spiacevoli conseguenze.

In particolar modo il D.Lgs 81/08 ha individuato in due metri l’altezza oltre la quale si può parlare di lavori in alta quota e per la quale è necessario adottare tutte le misure di sicurezza previste per tutelare l’incolumità dei lavoratori. Tali misure di sicurezza hanno il preciso compito di arrestare la caduta degli operai nel caso in cui questa si verifichi, e farlo in maniera tale da rendere innocuo per il loro corpo anche l’operazione di arresto.

Vedremo di seguito che ciò è possibile mediante l’utilizzo di particolari dispositivi che hanno la capacità di arrestare in maniera progressiva, ma al tempo stesso rapida, la caduta di un operaio che sta lavorando ad una determinata quota.

Gli obblighi del datore di lavoro

È il capo II del già citato D.Lgs 81/08 ad individuare quali siano gli obblighi del datore di lavoro, e si tratta di misure che hanno consentito di ridurre in maniera drastica il numero di incidenti in cantiere. In particolar modo la normativa prevede che il datore di lavoro abbia l’obbligo di dare priorità alle misure di protezione collettive prima ancora che a quelle individuali.

Inoltre l’attrezzatura messa  disposizione dei lavoratori deve essere adeguata al tipo di lavoro che gli operai si apprestano ad effettuare.

La diminuzione degli incidenti è stata ottenuta grazie anche all’introduzione, anch’essa obbligatoria, di dispositivi di protezione individuale e collettivi di nuova generazione. Di seguito vediamo quali sono.

I dispositivi di protezione individuale

Di seguito elenchiamo i principali dispositivi di protezione individuale e collettiva presenti in cantiere.

Caschi da lavoro antinfortunistici

I caschi da lavoro antinfortunistici sono probabilmente il primo dei dispositivi di protezione che viene in mente quando si parla di cantieri e di lavoro ad alta quota. Essi sono essenziali per proteggere i lavoratori dagli urti accidentali o da oggetti pesanti che cadono dall’alto. Vengono impiegati sia nei lavori ad alta quota (ponteggi e lavori edili in quota) ma anche all’interno di miniere o in occasione di scavi.

Esistono i caschi classici, quelli che resistono anche alla pressione laterale, i caschi con proprietà dielettriche (resistono all’elettricità) e quelli che proteggono i lavoratori che adoperano attrezzatura pericolosa come martelli pneumatici o motoseghe.

Imbracature

Le imbracature rappresentano un elemento di fondamentale importanza nell’economia della sicurezza in cantiere, dato che assicurano gli operai che lavorano ad una determinata altezza impedendo che possano cadere nel vuoto in caso di passo falso. Esse devono essere conformi con quanto previsto dalla normativa vigente, oltre a consentire agli operai di muoversi in maniera agevole.

Grazie alle imbracature è possibile dunque assicurare il lavoratore ad un punto fisso, così da fare in modo che non cada, grazie anche all’utilizzo integrato dei dispositivi di ancoraggio.

Molto importante è anche il modo in cui le imbracature vengono conservate o lavate, dato che a lungo andare possono incidere sulla capacità di resistenza delle stesse.

Dispositivi di ancoraggio

Ci sono diversi elementi che completano il lavoro dell’imbracatura, tra questi la cinghia, la linea vita tetto cui agganciarsi, assorbitori e dispositivi retrattili. Sono tutti elementi che consentono di arrestare la caduta e ammorbidirla, mantenendo il corpo in sospensione senza conseguenze.

L’utilizzo congiunto di questi dispositivi di protezione consente agli operai di potersi tranquillamente dedicare alle quotidiane operazioni di lavoro senza temere nulla. Ogni evento inatteso infatti, non può essere pericoloso oltre un certo limite e dunque l’incolumità fisica dei lavoratori sarà sempre preservata.

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Dati personali rubati sul Dark Web: in Italia +44,1%

Nella prima metà del 2022 sono stati 780.000 gli alert relativi ai dati rilevati sul dark web, +44,1% rispetto al semestre precedente, e oltre 70.000 quelli sull’open (-4,9%). L’Italia è al 14° posto assoluto tra i paesi più colpiti. Il maggior numero di persone allertate vive nel Lazio (21,5%) e in Lombardia (13,4%), e la maggior parte dei profili violati riguarda account di posta elettronica (27,0%) e siti di intrattenimento (21,0%). Le attività degli hacker stanno quindi continuando con grande intensità nel 2022. Secondo l’ultima edizione dell’Osservatorio Cyber realizzato da CRIF, il numero di account che hanno visto compromesse le proprie credenziali è significativamente aumentato, in combinazione con altri dati utilizzati da hacker e frodatori.

Cosa circola sul dark web?

Le credenziali rubate possono essere utilizzate per entrare negli account delle vittime, utilizzare servizi in modo abusivo, inviare email con richieste di denaro o link di phishing, inviare malware o ransomware per estorcere o rubare denaro. I dati personali degli utenti italiani che prevalentemente circolano sul dark web sono principalmente credenziali email, numero di telefono, e dominio email. L’indirizzo postale poi sta diventando un dato personale particolarmente appetibile, perché consente di completare il profilo della vittima e geolocalizzarlo. Nel primo semestre del 2022 l’indirizzo postale completo è stato trovato in combinazione con un numero di telefono nel 70% dei casi.

L’uso di password estremamente banali

Il livello di vulnerabilità degli account è amplificato in modo esponenziale dall’uso di password estremamente banali. L’utilizzo di codici di accesso particolarmente semplici potrebbe sembrare un modo pratico per ricordarli, ma comporta un elevato rischio per la sicurezza. Le password restano tra le informazioni riservate che maggiormente circolano in modo indebito: spesso si tratta di combinazioni di numeri e lettere poco articolate (al primo posto della top 10 si colloca la sequenza ‘123456’). Ma se in Italia tra le password più comuni rintracciate sul dark web si trovano anche nomi propri e nomi di squadre di calcio, nel primo semestre 2022 compaiono anche ‘iloveyou’ e ‘secret. Tutti questi codici possono essere hackerati in un tempo limitatissimo.

Quando email e username sono associati a una password

Quanto alle combinazioni principali tra i dati intercettati sul web, molto spesso le email (88,1% dei casi) e gli username sono associati a una password. E per quanto riguarda i dati personali, spesso al nome e cognome viene associato il numero di telefono (52,2% dei casi), in crescita del +251% rispetto al secondo semestre 2021. Questa combinazione risulta particolarmente preziosa per i frodatori, specie per i tentativi di smishing o sim swapping. Il numero di telefono, quando associato alla password (33,7% dei casi), aumenta considerevolmente il livello di vulnerabilità. Infine, relativamente ai dati delle carte di credito, nel 95,9% dei casi, oltre al numero della carta, sono presenti anche cvv e data di scadenza.

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Commenti su YouTube: un nuovo strumento per i truffatori

Cosa c’entrano YouTube, le cripotvalute e le truffe online? Lo spiega Kaspersky: l’instabilità dei tassi di cambio delle criptovalute ha portato i cybercriminali a scovare nuovi modi per incastrare le proprie vittime. Gli esperti, infatti, hanno assistito a uno schema insolito in cui gli attaccanti promuovono falsi servizi legati alle monete virtuali su YouTube. I truffatori cercano di raggiungere le persone interessate a criptovalute a basso costo commentando i video più popolari pubblicati sulla piattaforma. I commenti promuovono una falsa ‘breccia’ nel mercato delle criptovalute: per renderli più visibili i criminali falsificano le statistiche e inseriscono risposte bot per amplificare il commento iniziale.

La vittima viene reindirizzata a un video fake

In pratica, nel commento si invita l’utente a visitare il canale YouTube dell’autore e a guardare un video che fornisce istruzioni su come trarre vantaggio da un presunto bug del tasso di cambio.
Un indizio che dovrebbe creare sospetti, ma che spesso non viene notato dalla vittima, è rappresentato dal fatto che spesso sul canale YouTube a cui si viene reindirizzati non ci sono altri video oltre a quello suggerito nel commento. Il video è chiaramente un fake: le modifiche alle righe dei tassi di cambio sono visibili a occhio nudo e i commenti sono pieni di feedback entusiasti. Il link sotto al video porta a un exchanger fraudolento. Una volta che l’utente arriva sulla pagina web indicata nella descrizione, visualizza una funzione per scambiare bitcoin. Nel momento in cui la vittima utilizza questa funzione il denaro non sarà più visibile.

Come evitare di essere truffati?

A volte le e-mail e i siti web falsi sono molto simili a quelli veri, dipende dall’abilità dei criminali. In particolare, i collegamenti ipertestuali saranno molto probabilmente errati, con errori di ortografia. Tuttavia, i link possono anche essere camuffati in modo da sembrare validi. Per evitare di essere truffati e perdere denaro e informazioni sensibili gli esperti Kaspersky raccomandano di controllare qualsiasi link prima di aprirlo. Per visualizzare l’anteprima dell’URL, è necessario passare il mouse sul link e verificare che non vi siano errori ortografici o irregolarità. È inoltre buona norma inserire nome utente e password solo attraverso una connessione sicura. 

Assicurarsi che la pagina di pagamento e checkout online sia sicura

Per proteggere i dati e le proprie finanze, è buona norma assicurarsi che la pagina di pagamento e di checkout online sia sicura. È possibile verificarlo osservando che l’URL della pagina web inizi con HTTPS anziché con il solito http. Inoltre, accanto all’URL compare di solito l’icona di un lucchetto e la barra degli indirizzi di alcuni browser è verde. Se queste caratteristiche non sono visibili, non bisogna procedere. Ma soprattutto, utilizzare una soluzione di sicurezza affidabile che aiuti a verificare la sicurezza dell’URL, e che permetta di aprire qualsiasi sito in un contesto protetto.

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Google Maps ha un antenato italiano: IperMilano

Google Maps è diventato lo stradario 2.0, uno strumento ormai indispensabile per gestire i nostri spostamenti quotidiani. Non tutti sanno, però, che l’irrinunciabile app di Google ha il suo antenato in Italia. Alla fine degli anni ‘80, due studentesse dell’università statale di Milano, Marina Bonomi e Marcella Logli, laureate nell’anno accademico 1988-89 e oggi manager affermate, hanno presentato una tesi che partendo dal concetto di ipertesto lo applicava alla componente umana e sociale della città di Milano. IperMilano, questo il nome del progetto, era in pratica una sorta di antesignano di Google Maps e di Google Earth, nonché capostipite di una serie di altri progetti realizzati prima su cd-rom, poi attraverso internet, e poi attraverso le piattaforme Ott che oggi utilizzano la realtà aumentata.

Collegare testi, immagini, suoni, video con gli ipertesti

“Lo studio degli ipertesti – racconta Logli in un’intervista alla testata online Giornalettismo – ha dato modo di offrire una sponda alla nostra ricerca. Si poteva mettere insieme testo in sequenza, grazie al linguaggio Hypercard introdotto sul mercato da Apple Computer nel 1987, che aiutava a disegnare pezzi di conoscenze. L’ipermedialità ci consentiva, infatti, di collegare testi, immagini, suoni, video”.
Le laureande hanno quindi immaginato di poter utilizzare questa tecnologia per descrivere la città di Milano.
“Avevamo impostato il progetto secondo tre viste – spiega Bonomi -. La prima vista era quella aerea: dall’alto avevi di fatto il menu di tutta Milano (istituzioni, università, teatri, cultura, negozi) ed era correlato alla mappa interattiva. A mio avviso, si può paragonare a quello che oggi rappresenta Google Maps”.

Tra Google Earth e il metaverso

“La seconda vista era quella naturale o a terra: cliccando sulle varie icone che avevamo realizzato, si passava alla videata con le rappresentazioni fotografiche – continua Bonomi -. È un po’ quello che oggi è Google Earth. Poi, c’era la possibilità di passare da un livello concettuale a un altro: le icone, alcune in inglese e alcune in latino, ci permettevano di accedere alle informazioni su quello che si stava vedendo. Si poteva accedere alle informazioni sul Duomo, sui negozi: questa è la iper-realtà, una sorta di anticipazione del concetto di metaverso”.

L’interfaccia grafica user friendly utilizzava per la prima volta le icone

Per realizzare IperMilano le studentesse lavoravano nell’ecosistema Macintosh, con gli strumenti all’epoca tra i più avanzati in senso assoluto: Hypercard per realizzare ipertesti con link a testi, suoni e video, il linguaggio di programamzione C++ per la simulazione, ad esempio, dell’espletamento di una pratica burocratica nel comune, e ProLog per creare percorsi cittadini indicando un luogo di partenza e uno di arrivo.
Il tutto reso con un’interfaccia grafica user friendly che utilizzava per la prima volta le icone, riporta Adnkronos.
“Abbiamo costruito, con diversi anni di anticipo, una realtà virtuale”, commenta Bonomi. L’elemento nuovo, sottolinea Logli, è stata “sicuramente la riproduzione della realtà artificiale, un preambolo della realtà virtuale”.

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L’Indice dei prezzi tecnologici frena a dicembre

A dicembre 2021 l’Indice dei Prezzi Tecnologici (IPT) conferma la tradizionale contrazione congiunturale dell’ultimo mese dell’anno, e scende di -2,30 punti rispetto a novembre. Dal 2016 è la più elevata diminuzione congiunturale del mese di dicembre degli ultimi 5 anni. Quest’anno la frenata congiunturale di dicembre appare guidata da due settori tecnologici, che già nei mesi scorsi avevano manifestato oscillazioni di prezzi: il settore Entertainment e quello delle Comunicazioni. A livello tendenziale, rispetto a dicembre 2020, al contrario l’IPT ottiene un incremento di +0,65 punti, continuando il trend di crescita dei prezzi su base annua.

Maggiori riduzioni di prezzi per Home Entertainment, AudioVideo e Foto

Per quanto riguarda l’Entertainment, maggiori riduzioni dei prezzi si riscontrano per Home Entertainment (-2,66 punti e -7,12 punti di IPT), AudioVideo (-2,27 punti) e Foto (-2,51). Tuttavia AudioVideo (+7,76) e Foto (+4,53) registrano aumenti consistenti rispetto a dicembre 2020. Decisamente marcate anche le contrazioni congiunturali dei prezzi di alcune categorie di prodotti del settore Comunicazione: Telefonia Mobile (-6,03 punti), Wearable (-3,74) e Networking\Smart Home (-11,16). Da sottolineare come la Telefonia Mobile sia l’unica a registrare un punteggio tendenziale positivo (+0,68) rispetto a dicembre 2020, mentre Networking\Smart Home e Wearable mostrano contrazioni marcate dei prezzi anche anno su anno (rispettivamente, -6,68 e -8,37 punti).

Hardware e PED ribassano i prezzi per stimolare gli acquisti natalizi

Anche Hardware e PED hanno adattato al ribasso i loro prezzi per stimolare l’acquisto durante le festività di fine anno. I prodotti Hardware sono diminuiti di -3,38 punti rispetto a novembre, mentre i prodotti PED decrescono in modo meno accentuato (-1,03 punti di IPT). Diverso è il comportamento di queste due categorie nel rapporto dell’IPT anno su anno: se i prodotti Hardware sono diminuiti di -6,81 punti, al contrario, la categoria PED ha incrementato l’IPT di +6,76 punti. A frenare la contrazione dell’IPT di dicembre 2021 è stata la crescita dei prezzi dei Grandi Elettrodomestici, in particolare quelli Built-in dove si evidenzia un incremento di prezzi rispetto a novembre 2021 (+2,35) e su base annua (+4,52).

Oscillazioni più limitate per i prodotti GED a libera installazione

I prodotti GED a libera installazione invece hanno segnato oscillazioni più limitate di prezzi, sia congiunturali sia tendenziali (+ 0,39 punti rispetto a novembre e -0,27 rispetto a dicembre 2020).
Diversamente dai prodotti GED a libera installazione, sono consistenti le oscillazioni dei prezzi delle Periferiche IT (+7,41 punti e -5,42 punti rispetto a dicembre 2020). Tre categorie di prodotti le sole a registrare incrementi sia congiunturali sia tendenziali dell’IPT sono gli Accessori AV (+1,62 rispetto a novembre 2021 e +4,61 rispetto a dicembre 2020), il Trattamento Acqua (+0,70 e +3,85), e la Telefonia Fissa (+0,41 e +6,81).

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La trasformazione digitale traina la domanda di beni ICT

L’accelerazione del processo di trasformazione digitale sostiene la domanda di beni tecnologici, e nei primi nove mesi del 2021 il fatturato dei beni tecnologici rappresentato dal Panel Distributori ICT di GfK ha raggiunto 6,1 miliardi di euro, con una crescita del +8,4% rispetto lo stesso periodo del 2020. Durante la pandemia la digitalizzazione si è imposta come sistema dominante, permettendo continuità nelle attività quotidiane e superando le barriere fisiche e i confini della fruizione. Contemporaneamente, il processo di digitalizzazione, favorito dal lockdown del 2020, ha dimostrato quanto i processi aziendali possano essere più economici ed efficienti attraverso una riorganizzazione innovativa della forza lavoro, difficilmente immaginabile prima della pandemia.

Risultati incoraggianti per la Distribuzione, nonostante alcune difficoltà

Secondo i dati GfK, basati sulle rilevazioni effettuate nel periodo aggregato gennaio-settembre 2021, il risultato dei primi tre trimestri dell’anno in corso risulta decisamente incoraggiante per la Distribuzione ICT in Italia, ma la performance avrebbe potuto essere anche migliore se la crescita del fatturato del terzo quarter 2021 non fosse stata frenata dalle difficoltà legate alla logistica e dallo shortage produttivo della componentistica. In ogni caso, in Italia la domanda di beni tecnologici resta fortemente sostenuta dall’accelerazione del processo di trasformazione digitale, che si sta estendendo in tutti i settori, non solo aziendali, ma anche nelle famiglie, nella PA e nel settore dell’istruzione.

Canali consumer, notebook e tablet +14,6% a valore

In questi primi nove mesi del 2021, il settore IT, cresciuto del +7,3%, sta ancora beneficiando dell’onda di questi cambiamenti, come dimostrano i trend delle categorie che trainano la supply chain dei canali consumer (+11%), con notebook e tablet che crescono del +14,6% a valore. Ma l’andamento positivo si riscontra anche per i televisori (+12,7), complici i nuovi incentivi per lo switch-off, e il ritorno dei grandi eventi sportivi di questa estate.

Supply chain dei canali business, +6,7%

Il fatturato della supply chain relativa ai canali business cresce invece del +6,7%, ed è sostenuta dalla forte domanda di pc (+8,2), di monitor e signage (+31,1%), oltre che dalla domanda di componentistica hardware (+23,7). Non sono da meno, in termini di crescita, i settori della telefonia (+11,1%), il settore Office (+8,6%) e la Consumer Electronics insieme agli Elettrodomestici (+19%). L’unico settore che mostra un trend negativo è quello dei Servizi (-6,5%), che risulta anche il meno importante per fatturato sviluppato.

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Ragazzi sempre più connessi. Anzi, sempre connessi

Sei adolescenti su 10 dichiarano di passare in media fra le 5 e le 10 ore al giorno connessi ai dispositivi. Solo un anno fa erano 3 su 10. E un ragazzo su 5 si dichiara “sempre connesso”. Appare evidente come l’emergenza sanitaria abbia inciso notevolmente sulla vita digitale delle ragazze e dei ragazzi italiani. Si tratta di alcune evidenze emerse dall’indagine realizzata dal portale Skuola.net insieme all’Università degli Studi di Firenze e l’Università degli Studi di Roma La Sapienza per Generazioni Connesse, il Centro italiano per la Sicurezza in Rete, guidato dal Ministero dell’Istruzione.

Cresce il cyberbullismo, ma anche la solidarietà in rete

Secondo l’indagine, il 59% degli intervistati segnala inoltre una crescita degli episodi di cyberbullismo negli ultimi mesi, mentre un anno fa la quota era del 20%. L’85% dichiara però di avere fornito consigli a un proprio coetaneo relativamente all’uso corretto del web: cresce, quindi, la consapevolezza e la solidarietà tra i ragazzi e le ragazze in rete. In questi mesi, infatti, attraverso la rete e la condivisione dei contenuti, è cresciuto anche l’impegno sociale di studentesse e studenti nei confronti di temi rilevanti, come il Climate Change e il Global Warming, o ancora, il movimento Black Lives Matters. Tanto che il 53% dei partecipanti, riporta Italpress, dichiara di aver usato i social per impegnarsi a sostenere queste cause.

Una Giornata dedicata all’uso positivo di Internet

“Anche quest’anno il Ministero dell’Istruzione celebra, con diverse iniziative, il Safer Internet Day, la Giornata mondiale dedicata all’uso positivo di Internet – dichiara la ex ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina -. Una ricorrenza importante che vede nei giovani i principali protagonisti, ed è anche occasione per interrogarci tutti su come guidare al meglio i nostri ragazzi e le nostre ragazze a una navigazione sicura e consapevole nella realtà digitale. E noi adulti – prosegue Azzolina – non possiamo certo ignorare il dilagare di fenomeni odiosi di violenze e aggressioni, verbali o psicologiche, come il bullismo, il cyberbullismo o le violenze di genere, che trovano proprio nella rete terreno fertile e nei giovani i principali bersagli”.

Scuola e famiglia sono presidi fondamentali

Occorre quindi che scuola e famiglia restino unite per contrastare un nemico comune, poiché si tratta di presìdi fondamentali nell’educazione all’uso appropriato delle nuove tecnologie.

“La scuola deve guardare al futuro ed essere in grado di promuovere una cultura che aiuti a comprendere e, quando serve, a denunciare – aggiunge Azzolina -. I giovani non vanno mai lasciati soli di fronte a questi rischi, e le sole vie per poter contrastare il dilagare di tali fenomeni sono la consapevolezza e la conoscenza”.

 

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Tecnologia, un quinto delle vendite si concentra nel Golden Quarter

L’ultima parte dell’anno è caratterizzata da una serie di eventi promozionali dall’impatto sempre più significativo sull’andamento dei Technical Consumer Goods. La combinazione di Black Friday, Cyber Monday, Natale e saldi invernali, il cosiddetto Golden Quarter, pesa un quinto di tutte le vendite per la tecnologia di consumo registrate nel corso dell’anno, con un incremento del +6% rispetto al 2018.

Secondo i dati di GfK POS, Black Friday, Cyber Monday, Natale e saldi invernali presentano però dinamiche diverse. Se nel 2019 il Black Friday ha registrato un incremento delle vendite a valore del +114% rispetto alla settimana media rimangono comunque molto positivi il periodo del Natale e dei saldi invernali, con incrementi rispettivamente del +45% e del +12% rispetto alla settimana media.

Il Black Friday è l’evento promozionale più importante dell’anno

Secondo GfK POS il trend di crescita rallenta in prossimità del Natale, per poi ripartire nelle settimane successive, ma è il Black Friday l’evento promozionale più importante dell’anno. Questo, in tutti i Paesi, anche se la crescita delle vendite nel 2019 è stata meno marcata dove è ormai un fenomeno consolidato, come Germania, Italia, Polonia, Francia e Gran Bretagna.

“Negli ultimi anni il desiderio di acquisto legato a momenti come il Black Friday è sempre più anticipato – spiega Norbert Herzog, esperto GfK in ambito Retail -. I nostri dati mostrano una forte crescita delle vendite nelle settimane precedenti al Black Friday: ad esempio, nel 2019 abbiamo registrato un +17% nella settimana subito prima a quella del Black Friday”.

Un traino per le vendite online

Nel 2019, durante il Golden Quarter la Tecnologia di consumo ha registrato sul canale online performance in linea con quelle della settimana media. L’unica eccezione è rappresentata dal Black Friday, che ha visto un picco di oltre il +200% del canale online, rispetto alla settimana media. Durante questi periodi promozionali, i consumatori tendono a cercare informazioni direttamente sui siti dei retailer, piuttosto che utilizzare i motori di ricerca. Questa rappresenta un’enorme opportunità per i retailer per incrementare il traffico sul sito e programmare meglio le campagne.

I prodotti più acquistati durante il Golden Quarter

Durante le promozioni di fine anno i consumatori hanno acquistato soprattutto prodotti “premium”, o comunque con un buon rapporto qualità-prezzo. Più in dettaglio, durante il Black Friday 2019 la spesa si è concentrata soprattutto sull’Elettronica di consumo, seguita da Piccolo Elettrodomestico e IT. A Natale, invece, è il Piccolo Elettrodomestico il più acquistato, mentre Fotografia e Telecomunicazioni registrano performance positive sia a Natale sia nelle settimane immediatamente successive.   Tra i prodotti che hanno venduto particolarmente bene durante il Black Friday, le fotocamere digitali in Spagna e in Italia, gli altoparlanti in Germania, le TV in Polonia e Brasile, le videocamere nel Regno Unito, e gli Home Audio Systems in Francia.

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Attenzione a caricare gli smartphone nei luoghi pubblici

Caricare gli smartphone nei luoghi pubblici potrebbe essere pericoloso. Oltre a far passare la corrente, le porte USB potrebbero infatti essere usate per rubar dati o installare software malevoli. Il furto di dati o l’installazione di software malevoli negli smartphone caricati tramite cavi USB esiste da anni, ed è noto come juice jacking (estrazione del succo). La truffa nota come juice jacking sfrutta la possibilità di far entrare e uscire dati dal telefono per accedere senza permesso a ciò che vi è contenuto, senza che i loro proprietari se ne accorgano. Bastano pochi secondi per rubare password o installare malware.

Non servono tempo e grandi competenze per modificare una porta USB

All’inizio di novembre il procuratore distrettuale di Los Angeles ha diffuso un comunicato per mettere in guardia dal caricare gli smartphone nei luoghi pubblici attraverso le porte USB. Lo stesso procuratore distrettuale ha spiegato a Tech Crunch, un blog statunitense che si occupa di tecnologia e informatica, che il comunicato è stato diffuso a scopo informativo e preventivo, e che prima di esso nell’area di sua competenza non si era verificato nessun caso di furto di dati tramite porte USB. Ma anche se non ci sono dati su quanto sia diffuso il juice jacking è certo che non servono molto tempo e grandi competenze per modificare una porta USB, così da nascondervi quel che serve ad avere accesso agli smartphone.

Come difendersi dal juice jacking

In ogni caso, si tratta di un fenomeno non particolarmente diffuso, ed esistono una serie di precauzioni per difendersi. La prima è aggirare il rischio. Il juice jacking funziona solo attraverso le porte e i cavi USB, quindi, basta usare adattatori e prese della corrente per caricare il telefono in sicurezza. Oppure basta portarsi sempre dietro un caricabatterie portatile (powerbank), e in caso di necessità, caricare il telefono da lì. Se invece dovesse proprio servire caricare un telefono da una presa USB in un luogo pubblico, bisogna innanzitutto fare attenzione alla comparsa di eventuali messaggi sul proprio smartphone.

Mettere il condom al telefonino

Ogni smartphone “capisce” quando un cavo USB sta provando a portare o rubare dati, di conseguenza lo fa presente con un messaggio di avviso. In quel caso, meglio evitare rifiutando la richiesta. Ancora meglio, staccare cavo e smartphone. Per chi proprio volesse usare le porte USB di aeroporti o locali, riferisce Il Post, c’è la possibilità di ulteriori protezioni. Esistono infatti i cosiddetti USB condom che vanno messi tra cavo e porta USB, e servono a evitare il passaggio di dati indesiderati. Oltre alle porte USB, bisogna poi fare attenzione anche ai cavi, nei quali è ormai possibile nascondere quel che serve per installare pericolosi malware.

 

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I viaggi nel 2020 saranno pianificati da app, social media e motori di ricerca

Dai motori di ricerca ai social media alle app, la tecnologia sta diventando sempre più cruciale per pianificare itinerari di viaggio, trovare i luoghi dove soggiornare e i mezzi di trasporto più comodi. Si può affermare quindi che l’era digitale stia aprendo un mondo di opportunità a chi ama viaggiare e scoprire nuove mete. E nel 2020 sarà proprio la tecnologia a ispirare i viaggiatori. Circa 6 viaggiatori di tutto il mondo su 10, il 58%, già usa le community di viaggio online per ottenere informazioni sulle destinazioni meno conosciute direttamente dai residenti. Ma anche per farsi ispirare a esplorare le mete in maniera diversa.

Scoprire sul web destinazioni mai sentite nominare prima

Si tratta dei risultati di una ricerca di Booking.com, la piattaforma di prenotazione online, sulle tendenze globali di viaggio per il 2020. Secondo la ricerca usare la tecnologia come fonte di ispirazione è diventato un vero e proprio trend. Tanto che due terzi (61%) dei viaggiatori globali affermano che i social media e i siti web sono utili per scoprire destinazioni mai sentite nominare prima. D’altronde, nel 2020 i viaggi verso mete meno note aumenteranno anche per contribuire a ridurre il turismo di massa e a proteggere l’ambiente.

La tecnologia arricchisce l’esperienza di viaggio prima e dopo la partenza

Sempre secondo il report di Booking.com la tecnologia però non servirà ai viaggiatori solo come fonte di ispirazione per trovare nuove mete, ma giocherà un ruolo ancora più importante nel migliorare e arricchire l’esperienza di viaggio una volta arrivati sul posto. La ricerca rivela inoltre che la tendenza è quella di allontanarsi sempre più dalle guide turistiche tradizionali, dal momento che quasi due terzi (63%) dei viaggiatori pensano che le app di viaggio rendano più facile trovare nuove cose da fare una volta arrivati a destinazione. Il 46% infatti userà un’app per trovare e prenotare attività in tempo reale mentre è in viaggio.

Il 65% dei viaggiatori trova alloggio con i siti di prenotazione

Ovviamente i viaggiatori oggi guardano alla tecnologia per trovare ispirazione anche sui luoghi dove soggiornare, e il 65% afferma che i siti di prenotazione rappresentano un modo facile di trovare un alloggio, specialmente se lo si sta cercando in zone poco turistiche della meta considerata.

Inoltre, 6 viaggiatori globali su 10 (59%) vorrebbero addirittura che la tecnologia offrisse opzioni jolly o a sorpresa. Ovvero, che faccia loro conoscere qualcosa di completamente nuovo.