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A marzo 2023 le Nazioni Unite hanno concordato un trattato per proteggere gli oceani e riparare la natura marina, l’High Seas Treaty. Anche le aziende iniziano a capire che gli oceani sono una risorsa, oltre che da preservare, anche di business, e le proprie azioni hanno un impatto sulla salute dell’oro blu. La terza edizione del report ‘Business for Ocean Sustainability’, sviluppato da One Ocean Foundation in collaborazione con SDA Bocconi, McKinsey & Company e CSIC (Consiglio Nazionale delle Ricerche spagnolo), si concentra sul concetto di Blue Natural Capital come principio guida di una Ocean Economy a favore della natura.

Come agiscono le aziende

Di fatto, ogni euro investito nella ricostituzione della vita marina ne genera 10 di ritorno. Si stima che l’Ocean Economy generi ogni anno 5,2 trilioni di dollari, ma le aziende sono responsabili per la pressione diretta e indiretta esercitata sugli oceani. È quindi fondamentale diffondere tale consapevolezza per poter raggiungere un uso sostenibile degli oceani. Secondo il Report il 52% delle aziende oggi è consapevole della pressione sull’ecosistema marino, e molte hanno cominciato ad agire per mitigare tale pressione. Se però si considera il punteggio medio di attivazione per azienda, che misura il numero di azioni con effetto positivo sull’oceano, rimane al 20%, con grandi differenze tra i settori. Inoltre, la maggior parte sta agendo con misure che vanno a beneficio degli oceani solo in modo indiretto. Poche hanno attivato azioni rivolte direttamente alla conservazione e alla sostenibilità degli oceani.

SDG14 Life Below Water: un SDG meno prioritario

Tra le aziende che agiscono più miratamente, il 50% ha una prospettiva basata sulla mitigazione del rischio, il 35% su mitigazione del rischio e sul concetto di opportunità, e solo il 15% è focalizzato sulle opportunità di business. Ma a fronte di una crescente consapevolezza dell’importanza sociale, ambientale ed economica degli oceani, il criterio SDG14 ‘Life Below Water’, un indicatore del livello di attenzione che le imprese prestano a questi temi, rimane uno degli SDG considerato meno prioritario. Il 76% delle aziende si è impegnato su almeno 1 dei 17 criteri SDG, a fronte del 60% del 2019, ma SDG14 è incluso solo dal 9% delle aziende, che si focalizzano soprattutto su SDG5 ‘Gender Equality’ e SDG13 ‘Climate Action’. 

I settori più attenti

Di contro, il numero delle aziende impegnate nell’SDG14 è cresciuto dal 6% del 2017 al 9% del 2021.
Il Report sottolinea come le aziende che operano nell’Ocean Economy siano più attente. Il 32% di loro include SDG14 nei propri report di sostenibilità, a seguire, le imprese del settore tessile e abbigliamento, con il 24%, e quelle dei Servizi pubblici & Generazione di energia elettrica e Agrifood, con il 13%.
Quindi, se lo studio evidenzia una crescente consapevolezza rimane comunque diffusa una scarsa coscienza delle pressioni dirette e indirette che l’industria esercita sui mari, specialmente nei settori non direttamente operanti nell’Ocean Economy.